Stella Polare 1881

Stella Polare 1881

Luigi Amedeo di Savoia, duca degli Abruzzi, fu un ammiraglio esploratore e alpinista italiano, nacque a Madrid nel 1873 e morì in Somalia nel 1933. A sei anni via arruolato come mozzo nella Regia Marina, per ricevere un’educazione militare, come da tradizione per i principi della casa reale, destinati a ricoprire alti gradi nelle forze armate.

Fece lunghe crociere in tutto il mondo, scalò numerose vette delle Alpi e nel 1897 diresse una spedizione in Alaska con la quale toccò per primo la vetta del monte Saint Elia (mt.5.514).

Ciò che lo ha reso famoso è stata la spedizione al Polo Nord con la Stella Polare 1899-1900.

Lo scopo della spedizione, era quello di portarsi con una nave più a nord possibile per poi procedere con le slitte verso il polo subito dopo l’inverno.

Fu acquistata in norvegia la migliore nave possibile, una baleniera che serviva per la caccia delle foche.

La nave varata nel 1881, era lunga mt. 48,50 larga mt.8,75 alta mt.9,00 circa con un pescaggio dai 5 ai 5,5 metri, aveva una portata di 600 tonnellate e una macchina da 60 HP nominali, che poteva imprimere alla nave una velocità di 6-7 miglia.

La nave fu modificata per essere adattata alle esigenze della spedizione. Vennero rinforzate le ordinate, il fasciame, i ponti; si riunirono gli alloggi dell’equipaggio presso la caldaia della macchina per poter sfruttarne il calore.  In coperta fu costruita una tuga con accorgimenti atti a fronteggiare il gelo polare, questa tuga si estendeva dall’albero maestro alla ruota del timone, le porte erano doppie e le stanze prive di finestre, ricevevano la luce da tre osteriggi.  L’alberatura in origine brigantino a palo (tre alberi di cui due a vele quadre ed uno con randa) fu trasformata a nave goletta o “barco bestia” (tre alberi di cui uno a vele quadre e due con randa) a causa del numero limitato dell’equipaggio che diversamente non sarebbe stato sufficiente per le manovre.

Per l’esaurimento dell’acqua imbarcata in sentina, oltre alle pompe a mano, era stata installata in coperta, una pompa a vento, già usata da Nansen sulla Fram e da lui vivamente raccomandata al duca degli Abruzzi per la Stella Polare.  Per i 120 cani necessari per la spedizione che erano stati acquistati in Siberia dal fornitore di Nansen. furono costruite contro le murate due file di gabbie sovrapposte, divise l’una dall’altra da paratie in legno.

La spedizione costò 922.000 lire del tempo, pagate dal principe e dal re Umberto I° con i loro beni personali: la nave costò 300.000 lire ed i cani 17.000 lire, fu iscritta fra il naviglio mercantile italiano col nome di Stella Polare perché fosse di buon auspicio.

La nave salpò da Oslo il 12 giugno 1899 alle ore 11 facendo rotta per Laurvik e Arcangelo dove arrivò il mattino del 30 giugno, per imbarcare i cani: prima di salpare da Oslo, Nansen aveva regalato al principe due dei suoi cani nati sulla nave Fram, la nave che usava per le sue spedizioni artiche.

Dopo una difficile navigazione tra i ghiacci, fu raggiunto l’82°-4′ di latitudine. Qui sulle coste dell’isola Principe Rodolfo, il Duca degli Abruzzi decise di svernare. Nel mese di settembre, la pressione dei ghiacci si fece così forte che per poco la nave non fu sfasciata. Con l’inizio del nuovo anno cominciarono le spedizioni. Durante una di queste, il Duca degli Abruzzi, perse due dita a causa di un improvviso abbassamento della temperatura, questo infortunio lo costrinse a rinunciare al comando della pattuglia che fu assunto da Umberto Cagni, il quale portò felicemente la bandiera italiana alla latitudine 86°-34′ superando di 35 km il punto raggiunto da Nansen.

Al termine dell’impresa la nave, passò alla Marina Militare Italiana, e successivamente fu distrutta da un incendio nell’arsenale di La Spezia dove si trovava in disarmo. La poppa che era conservata nel Museo navale della Spezia fu distrutta durante la seconda guerra mondiale, come pure tutta la documentazione della nave.